Dieci adulti su cento a Hiroshima ignorano,
molti più in Giappone –
e quanti al mondo ne trasalgono?
Si è ricostruito muri divisori
di case a caso, una vecchia città
coi poveri e coi ricchi, chinandosi
al modello che ha vinto:
incravattarsi, cocacolizzarsi,
spaghetti e pesci plasticati nelle vetrine,
intimi vibratori per femmine sole,
l'orinatoio sciacqua automatico
fotoelettricamente.
Dove era scoppiato lo sterminio,
in squadrati giardini
posano ignare colombe
all'orlo di vaschette con pesci rossi
e curvi schizzi di fontanelle
presso il museo commemorativo.
La cancrena delle macerie
doveva restare intatta –
gli orologi fusi a segnare le 8,15
quando le carni bruciavano
fondevano alla pelle i vestiti
tegole colavano bottiglie liquide
porcellane antiche evaporavano
ferro torceva come erba
fuoco rodeva le pietre,
e chi alla troppa luce copriva gli occhi
avvampavano le mani.
Intatto doveva restare il Marchio di Little Boy
calcolata con le tecniche più raffinate
a distruggere seminando cancro.
Si è trapiantato nell'erbetta verde
rose spedite dai pietosi di altri paesi
invece di invitare a meditare.
Si è tentato di coprire lo squarcio?
Ma questa era una ferita da tenere nuda.
La terra costa cara?
Altra se ne doveva trovare per costruire.
Costa, viaggiare?
Ma quanto costa la vita?
Danilo Dolci
lunedì 31 dicembre 2007
Danilo Dolci
Pubblicato da
Salvatore Mangiacotti
alle
5:39:00 AM
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